AL BANDO LE CLAUSOLE DI PARITY RATE
03/08/2017
La legge per la concorrenza ed il mercato, approvata in via definitiva dal Senato dopo un iter durato più di due anni, mette finalmente al bando anche in Italia (dopo Germania, Francia ed Austria) le cosiddette clausole di parity rate, che sino ad oggi hanno impedito agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet condizioni più favorevoli rispetto a quelle presenti sui portali di prenotazione.
Le disposizioni inerenti la parity rate sono contenute nell’articolo 1, comma 166, il cui testo recita:
(Nullità delle clausole contrattuali che vietano alle imprese ricettive di offrire prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati da piattaforme di distribuzione telematiche)
È nullo ogni patto con il quale l'impresa turistico-ricettiva si obbliga a non praticare alla clientela finale, con qualsiasi modalità e qualsiasi strumento, prezzi, termini e ogni altra condizione che siano migliorativi rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa per il tramite di soggetti terzi, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto.
Si tratta di una decisione ispirata dal buon senso, che stabilisce un nuovo e più corretto equilibrio nel rapporto tra le imprese ricettive e le multinazionali dell’intermediazione, completando il percorso che l'Antitrust aveva iniziato, e ristabilendo parità di condizioni tra il sistema turistico italiano e quello di importanti paesi concorrenti.
I primi a beneficiare di questa importante novità saranno i consumatori. Non tutti lo sanno ma quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito al sito internet dell'albergo di offrire al cliente un prezzo più conveniente."
Evidenziamo inoltre che "il nuovo sistema, oltre a generare vantaggi per i consumatori (ai quali si offre la possibilità di accedere a tariffe più basse o altri trattamenti di favore), apre nuovi spazi per le imprese (che potranno sviluppare liberamente le proprie politiche commerciali) e per l'erario (che beneficerà di un maggior gettito, altrimenti destinato ad altri stati o ai paradisi fiscali)".
Nei giorni scorsi, ACS Marketing Solutions ha intervistato per conto di Federalberghi un campione rappresentativo della popolazione italiana, rilevando che - per l'estate 2017 - il 55,3% degli italiani ha prenotato la propria vacanza rivolgendosi direttamente all'albergo, mediante il sito internet della struttura (24,0%) o contattandola mediante telefono, mail o altro mezzo (31,3%).
E’ vero che la quota di prenotazioni dirette online è destinata a crescere, via via che gli operatori e i consumatori familiarizzeranno con le opportunità offerte dalle nuove regole, ma non si tratta solo di una questione di prezzo: nel rapporto tra l’ospite e l'albergatore, così come in qualsiasi altro campo della vita, il contatto diretto contribuisce a rafforzare e a personalizzare la relazione. Inoltre, il contatto diretto consente ai turisti di ricevere informazioni di prima mano in relazione alle disponibilità, alla possibilità di soddisfare richieste specifiche e di beneficiare di eventuali offerte speciali o servizi e condizioni particolari.
Attenzione questo non significa che si rinuncerà ai portali, ma molto più semplicemente che l’albergatore avrà uno strumento in più per poter lavorare. Peraltro, i risultati di un’indagine pubblicata ad aprile 2017 dalle Autorità Antitrust di Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito dimostrano che nei paesi in cui è stata abolita la parità tariffaria non c’è stata alcuna riduzione della presenza dei portali.”
Vi raccomandiamo molta attenzione perché è probabile che, in modo casuale, qualche giornalista, senza qualificarsi, vi chiami per avere un preventivo per poi fare un confronto sulle vostre tariffe nei portali. E’ evidente che se i prezzi da voi praticati direttamente saranno più alti di quelli dei portali si darà il pretesto per dare una notizia.